Fenomeni dello sport e maghi del business: gli sportivi che hanno avuto successo negli affari (e chi no)
Da Jordan a Borg, gli sportivi che hanno avuto successo come imprenditori e chi ha fallito miseramente.
Le stelle dello sport mondiale, è noto, arrivano a guadagnare cifre impensabili per un comune mortale. Nel corso della loro carriera, i vari campioni e idoli delle più famose discipline sportive arrivano a intascare milioni di euro dalle rispettive squadre e, soprattutto, dagli accordi con sponsor e partner tecnici. Basta prendere, ad esempio, uno come Roger Federer, il tennista più iconico del recente passato, che soltanto tra il 2020 e il 2021 ha guadagnato qualcosa come 90 milioni di dollari. In vetta alla classifica stilata dalla rivista economica Forbes, troviamo a sorpresa la star delle arti marziali miste, Conor McGregor, che si è portato a casa ben 180 milioni di dollari. Quella del campione irlandese rappresenta però un’eccezione rispetto alla regola generale che vuole questa speciale classifica comandata dai fuoriclasse del calcio: Lionel Messi e Cristiano Ronaldo si piazzano, infatti, al secondo e terzo posto con guadagni pari a 130 e 120 milioni, rispettivamente. Dietro i due plurivincitori del Pallone d’Oro troviamo Dak Prescott (107,5 milioni), LeBron James (96,5), Neymar (95), il già citato Federer e Lewis Hamilton (82).
Tuttavia, la carriera di ogni atleta professionista di un certo livello non dura in eterno, così come i contratti stipulati e i proventi dei diritti d’immagine. Solitamente, gli sportivi professionisti vanno “in pensione” prima dei 40 anni e, mentre alcuni scelgono di restare nel loro campo di gioco, magari come allenatori, altri decidono invece di investire e diventare uomini e donne di successo nel campo dell’imprenditoria. Non sempre, però, con esito positivo.
Prendiamo, ad esempio, la vicenda di Michael Jordan, il più grande giocatore di basket di ogni epoca e, oggi, l’ex atleta professionista più ricco al mondo. La storia del suo successo extra-cestistico ha inizio nel 1984, nella stagione del suo debutto in NBA. La Nike, al tempo un’azienda semisconosciuta nel panorama dell’abbigliamento sportivo, gli offrì un primo contratto di partnership tecnica del valore di 500mila dollari l’anno. Grazie alle sue prodezze in campo e a una carriera sportiva entrata nel mito, Jordan riuscì a trasformare il marchio Nike in un business mondiale, creando il celeberrimo marchio Air Jordan, e facendo fruttare alla società nel 2019 qualcosa come 3 miliardi di dollari di fatturato. Il patrimonio dell’ex Chicago Bulls, ritiratosi definitivamente dai campi nel 2003, oggi si aggira intorno ai 2,2 miliardi di dollari e vede interessi nel campo immobiliare, nella ristorazione e, ovviamente, nell’universo della NBA grazie all’acquisizione nel 2010 del 70% delle quote societarie della franchigia di Charlotte.
Se annoveriamo Jordan tra gli ex sportivi di successo nel campo del business, lo stesso non si può dire rispetto a un’icona del tennis mondiale, Bjorn Borg. Lo svedese, che ha giocato nel corso degli anni Settanta e Ottanta (dunque, con introiti e margini di guadagno minori rispetto agli standard dei campioni odierni), appesa la racchetta al chiodo a 27 anni decise di investire tutti i suoi guadagni in un marchio di moda. Mai investimento fu più catastrofico. La stella svedese vincitrice di 6 Roland Garros e 5 Wimbledon finì in bancarotta e fu costretto a vendere molti di quei trofei vinti solo per rimanere a galla. Borg tornò anche a giocare, otto anni dopo il suo primo ritiro, tuttavia con risultati imbarazzanti. Solo in tempi recenti, nel 2009, con il lancio di un’altra azienda operante sempre nel campo della moda, lo svedese è riuscito finalmente a rimettersi in sesto.