Riuscirà l’Atalanta a ripetersi quest’anno?
Dove possono arrivare i nerazzurri di Bergamo?
La Dea sarà nuovamente protagonista in Italia come in Europa?
La risposta è sì: l’Atalanta anche quest’anno sarà protagonista assoluta in Italia come in Europa. La formazione allenata da Gasperini, dopo aver partecipato per la prima volta lo scorso anno alla Champions League, ha imparato a giocare a calcio come una formazione abituata da sempre a lottare a livello internazionale: manovra attenta e avvolgente e palla in avanti per provare a fare un goal in più dell’avversario fanno oggi parte del nuovo bagaglio tecnico bergamasco. Siamo onesti: non ci ha messo molto la Dea, l’anno scorso davvero divina, a trasformarsi nell’Ajax italiana grazie alle 98 reti in Serie A – quello atalantino è stato l’attacco più prolifico in assoluto –, al terzo posto in campionato e ai quarti di finale di Champions raggiunti. Ma come è possibile che una squadra come quella nerazzurra, che fino a poco tempo fa lottava per non retrocedere in B, è ora entrata a far parte di diritto nell’Olimpo del pallone? I meriti sono tanti: dalla società, che è riuscita a inserire in organico calciatori funzionali al progetto di Gasperini, all’allenatore, capace di dare un’anima al suo gruppo che ora gioca a pallone con la voglia di divertirsi, passando infine per il vivaio. Ebbene sì: riuscire a vendere un buon calciatore come Amad Traoré, che dal 2015 militava nelle giovanili nerazzurre, al Manchester United, ottenendo in cambio 30 milioni di euro circa, sta a testimoniare come il buon lavoro della “cantera” della Dea porti tanti soldi da poter spendere per rinforzarsi. Siamo insomma di fronte a un ciclo virtuoso che non avrà fine nemmeno quest’anno. Già, ma cosa succederà quest’anno all’Atalanta? Ora entreremo nel vivo della questione.
Ancora una volta tra le prime 4 della Serie A e in Champions…
Se il buongiorno si vede dal mattino, l’Atalanta potrà fare grandi cose nel corso di questa stagione. Il solo fatto di aver segnato 13 goal in 3 partite di A, 4 dei quali alla Lazio (non certo una squadra qualsiasi), è la testimonianza di come il calcio champagne dello scorso anno, fatto di veloci verticalizzazioni e pressing feroce sui portatori di palla, non è stato frutto del caso. Al di là dei meriti di Gasperini, che è riuscito a trasformare buoni giocatori in un gruppo invincibile, la fortuna della Dea secondo noi passa prima di tutto dai piedi di Gómez: l’argentino, giocando da falso nueve e spaziando per il campo, non solo non dà punti di riferimento ma è in grado di impostare la manovra come se fosse un trequartista puro e non lo è – il 32enne di Buenos Aires solo da pochi anni non ricopre il ruolo di punta centrale -. Stando così le cose, l’Atalanta nel corso della stagione non dovrà fare altro che lasciare libero il Papu di esprimersi come meglio crede per poter arrivare ancora una volta tra le prime 4 della Serie A. Ma davvero basterà la sua classe per rimanere ad alti livelli? No, serve anche che Pašalić, quando chiamato in causa, con la sua velocità spacchi la partita in due, che de Roon continui a ben impressionare come sta facendo fino a ora e che il nuovo arrivato Aleksej Mirančuk, gioiellino russo della trequarti, si inserisca velocemente nello scacchiere di Gasperini (come ha dimostrato di saper fare ieri sera all’esordio con la maglia neroazzurra). Se poi anche il funambolo Iličić giocherà ai livelli dell’anno scorso, le più forti (sulla carta) Inter, Juventus, Napoli e Lazio dovranno stare molto attente. Migliorare il terzo posto dello scorso anno si può eccome, come anche superare i quarti di finale di Champions League. Stiamo forse esagerando? No, assolutamente: l’Atalanta in Europa si sente a suo agio come forse nemmeno in A. Perché mai? Perché in Champions tutti scendono in campo per attaccare e non per difendersi, cosa che ha imparato a fare (e bene) la Dea che secondo noi potrebbe anche ottenere un buon risultato nella doppia sfida con il Liverpool. Ma i bergamaschi una volta non lottavano per non retrocedere in B? Una volta sì, a dire il vero neanche tanto tempo fa.