Gli Azzurri del rugby nel tempio di Twickenham
Provarci è un dovere per Bigi e compagni
L’Italrugby chiamata a una nuova missione impossibile
Non buona la prima: il Sei Nazioni per gli Azzurri dell’Italrugby è iniziato subito con una sonora sconfitta, e ti pareva! Nel primo turno contro la Francia la disfatta è stata pesante: 50 a 10 il risultato finale. I Gallettihanno letteralmente passeggiato a Roma e sopra le macerie azzurre, inutile nasconderlo. Si dirà che i Galletti sono squadra più matura e attrezzata per vincere rispetto agli Azzurri – vero – ma la prestazione del 15 di Smith è stata comunque al di sotto delle aspettative. Una meta non basta a nascondere le mancanzedell’Italia che sono tante, troppe. Partiamo dalle scelte in campo, alcune di queste francamente criticabili; Garbisi che da fallo di posizione piazzabile invece che piazzare prova la touche profonda rischiando inutilmente non si può vedere, come non si può vedere Bigi che invece della sicurezza della maul se la gioca sul blocco francese più lontano. E se fosse solo un problema di scelte non saremmo certo così sconfortati: i problemi dell’Italia sono legati soprattutto all’eccessiva inesperienza – la Francia ci ha infatti punito a ogni minimo errore – inesperienza che si vede in difesa. La facilità con cui Dupont è arrivato a schiacciare in area di meta cogliendo alle spalle la linea azzurra è incredibile. Tutto qui? Nossignori: per la serie piove sempre sul bagnato, alla poca esperienza, che pagheremo per tutto il Sei Nazioni 2021, va a sommarsi gli infortuni di Minozzi e Padovani. E al prossimo turno incontreremo l’Inghilterra. Una preghiera per l’Italrugby in questo caso servirebbe eccome!
La fragile Italia del Sei Nazioni
Inutile dire che per la fragile, giovane e inesperta Italia della palla ovale, sconfitta 50 a 10 durante il primo turno del Sei Nazioni da una Francia decisamente troppo superiore, la prossima sfida contro l’Inghilterra appare proibitiva. Ok, anche l’Inghilterra come l’Italia ha perso la prima partita, nel suo caso contro la Scozia, che è riuscita a sfatare il “tabù trasferta” che durava da ben 38 anni, ma il valore delle due squadre che si incontreranno il 13 febbraio nel tempio di Twickenham non è per nulla lo stesso. Farrell e compagni sono nettamente più forti rispetto a Bigi e compagni, che hanno comunque il dovere di provarci. Dopo 28sconfitte consecutive e a 6 anni dall’ultima vittoria in un match del Sei Nazioni, l’Italrugby – siamo sicuri – farà di tutto per sfondare le maglie strette dei Leoni campioni uscenti. Ma ci riuscirà? Onestamente crediamo di no: l’Italia ha ancora da lavorare – e contro la Francia questa cosa si è vista – considerando che il suo 15 è piuttosto acerbo mentre quello dell’Inghilterra con i piazzati di Farrell fa paura. Comunque andrà a finire (anche se in realtà si sa già come finirà), Il destino dell’Italia al Sei Nazioni 2021 è segnato. La necessità di crescere (tanto) e allo stesso tempo di vincere (almeno una partita) si traduce in nient’altro che in un cortocircuito azzurro. O si cresce, perdendo anche sonoramente, oppure si vince perché entrambe le cose non sono possibili e nemmeno pensabili.
Una piccolissima speranza
Se l’età media dell’Italrugby è sotto i 25 anni, non contando i “vecchietti” Palazzani, Fuser e Bigi, e se manca anche la stella Minozzi, e ora Padovani, cosa andiamo a fare a Twickenham? Andiamo per provare a risollevarci dopo la brutta gara con la Francia. L’Inghilterra vista contro la Scozia fa leggermente meno paura rispetto all’Inghilterra che nel 2020 ha conquistato il Sei Nazioni. Ovvero? Nel corso dell’ultima gara persa ha dimostrato di essere meno concentrata rispetto al suo solito e di soffrire i lunghi possessi – i Leoni si sono sfilacciati in difesa proprio a causa della pazienza degli avversari che non hanno quasi mai forzato la mano –. Partendo da queste considerazioni, l’Italrugby ha una piccolissima speranza in più di non fare una pessima figura. Speriamo almeno in due mete questa volta!