Calcio, da Italia-Germania 4-3 a Liverpool-Milan del 2005: le più grandi partite di sempre
Gli incontri di calcio che hanno fatto la storia di questo sport
Competizione, posta in palio, qualità del match, agonismo e pathos: sono questi i criteri con cui scegliere le migliori partite di calcio di sempre. Tra le migliaia di incontri che hanno visto impegnate sul campo le squadre di club e le nazionali nelle varie competizioni, nella memoria collettiva permangono tre match che, in una maniera o nell’altra, hanno realmente fatto la storia di questo sport.
Il miracolo di Istanbul
In epoca moderna, a livello di club, resteranno indelebili negli occhi e nei ricordi di tutti i tifosi e sportivi le immagini dello stadio Atatürk che nel 2005 ospitò la finale di Champions League tra Milan e Liverpool. Quello che è passato alla storia come il “Miracolo di Istanbul” secondo gli inglesi ancora oggi viene descritto come il peggiore degli incubi, la più sventurata delle sciagure sportive per i tifosi rossoneri. Ma cosa veramente accadde quel 25 maggio del 2005? Il Milan di Carlo Ancelotti sbalordì tutti conquistando il primo posto nel girone iniziale e battendo, nella fase a eliminazione diretta, Manchester United, Inter e PSV. Un ruolino di marcia invidiabile che valse ai rossoneri la seconda finale di Champions League degli anni duemila. All’Atatürk capitan Paolo Maldini e compagni si ritrovarono così di fronte al Liverpool. I Reds erano di nuovo in finale a venti anni esatti dalla Strage dell’Heysel e, anche per questo motivo, potevano contare sul tifo di una nazione intera. Il match si aprì subito con una rete di Maldini ed una doppietta di Crespo che chiuse quindi la prima parte della contesa sul punteggio clamoroso di 3-0 per il club rossonero. Al rientro in campo dopo l’intervallo, nonostante il pesante passivo registrato dopo i primi 45 minuti di gioco, la muraglia umana dei tifosi dei Liverpool accolse i propri beniamini cantando a squarciagola “You’ll Never Walk Alone”, l’inno del club inglese divenuto leggenda. Qualcosa nell’aria, in effetti, già preannunciava l’incredibile che sarebbe accaduto di lì a poco. Nella seconda parte del match, infatti, dopo che Shevchenko per più volte sfiorò il quarto gol del Milan, i Reds riuscirono a segnare 3 gol, a portare la partita ai supplementari e, infine, ai calci di rigore dove il Liverpool poi completò l’impresa vincendo il suo sesto titolo continentale.
La mano de Dios
Quarti di finale della Coppa del Mondo del 1986 in Messico. Nel caldo torrido dello stadio Azteca si sfidarono le nazionali dell’Argentina e dell’Inghilterra, in un match assai teso e carico sotto il punto di vista extra calcistico (quattro anni prima i due paesi erano in guerra per il predominio sulle isole Falkland). La formazione albiceleste riuscì a conquistare l’accesso alle semifinali, battendo la compagine inglese 2-1 (vincendo successivamente il trofeo nella finale contro la Germania), grazie a due prodezze del calciatore più geniale e discusso di sempre: Maradona. Quella fu la partita della Mano di Dio e della rete che viene oggi ricordata come il gol del ventesimo secolo. Tutto si risolse nei secondi 45 minuti di gioco. El Pibe de Oro beffò il portiere inglese Shilton e l’arbitro Nasser toccando il pallone con la mano che aveva alzato all’altezza della sua testa, tanto da trarre in inganno tutti in un primo momento. Pochi minuti dopo, poi, il leggendario gol della discesa in slalom del Diez dalla propria metà campo fino alla porta avversaria.
La partita del secolo
Indubbiamente, la partita di calcio più memorabile della storia è la semifinale del Mondiale del 1970 tra Italia e Germania Ovest (disputatasi anche questa allo stadio Azteca di Città del Messico), conclusasi con il punteggio di 4-3 in favore degli azzurri. A darsi battaglia per centoventi minuti di puro agone sportivo furono le due superpotenze calcistiche dell’epoca. La partita del secolo, come è passata alla storia, fu sbloccata dall’Italia nelle prime fasi del match grazie ad un gol di Boninsegna, cui fece seguito nel finale del secondo tempo il pareggio di Schnellinger. Ai supplementari la Germania Ovest prese il comando della gara con un gol di Muller; arrivò poi il 2-2 firmato da Burgnich e il nuovo vantaggio azzurro con Riva. Nel corso di questo epico match, che vide Beckenbauer giocare nonostante una brutta lussazione della spalla destra, fu ancora Muller a pervenire al pari, prima del gol della vittoria di Rivera che portò l’Italia a giocarsi la finale (persa 4-1) contro il Brasile di Pelè.