Alphonso Davies: dal campo profughi alla vittoria in Champions col Bayern, passando per il Canada
Alphonso Davies: la star del Bayern Monaco nata in un campo profughi
Ci sono tante singole vicende dietro la vittoria del Bayern Monaco in Champions League quest’anno. Tra queste, vale la pena raccontare la storia di vita di uno dei più giovani calciatori della rosa bavarese, cresciuto in fretta, con responsabilità e sacrifici che pochi della sua età hanno mai avuto a che fare. Stiamo parlando della favola di Alphonso Davies, terzino classe 2000 in forza dal gennaio del 2019 al Bayern, considerato già oggi uno dei più forti nel suo ruolo a livello mondiale, nonostante la giovanissima età.
Il viaggio di Davies è iniziato a Buduburam, un campo profughi del Ghana, dove Alphonso è nato dopo che i suoi genitori erano fuggiti dalla guerra civile in Liberia. La vita allora gli si presentava piena di difficoltà, ogni giorno a caccia di acqua pulita, di cibo, lottando per provare a restare vivi. Il padre di Alphonso, Debeah, racconta che era necessario avere un’arma con sé per sopravvivere all’interno di quella prigione infernale. Ma la famiglia di Davies non aveva alcun interesse a sparare o ad uccidere per poter campare un giorno in più in quel campo profughi: l’unico desiderio era quello di poter crescere il loro neonato nella loro terra, purtroppo massacrata da decenni di guerre civili.
E così arrivò l’opportunità di scappare e di volare in Canada, seguendo un programma di ricollocamento. La famiglia Davies riuscì ad emigrare nel Nord America quando Alphonso aveva solo cinque anni, all’inizio girovagando di città in città, stabilendosi infine ad Edmonton, nello stato dell’Alberta. Debeah e la madre del giocatore del Bayern Monaco presero a lavorare giorno e notte, senza sosta, per sbarcare il lunario. Anche Alphonso diede una mano, aiutando a crescere i suoi due fratelli più piccoli mentre frequentava la scuola cattolica, lì dove il suo talento ha attirato per la prima volta l’attenzione degli scout venuti a visionarlo.
Inizia così la favola di Davies giocatore. A credere per primo nel terzino del Bayern è stato un allenatore improvvisato, Nick Huoseh (che in realtà di mestiere faceva il tecnico informatico), amico di famiglia dei Davies e istruttore della squadra amatoriale dove giocava il proprio figlio, gli Edmonton Strikers. “Phonzie” si fece subito notare per la velocità in campo e, più passavano i giorni, più quel timido ragazzo venuto da lontano diventava bravo anche tecnicamente. Non sarebbe passato molto tempo prima che i club professionistici del Nord America iniziassero a prendere coscienza che ad Edmonton stava nascendo un futuro campione.
I Vancouver Whitecaps (compagine di MLS) si fecero avanti, offrendo al 14enne Davies un posto nella loro accademia. Il giocatore stupì tutti in pochissimo tempo. Ben presto si fecero avanti fior fiori di agenti e rappresentanti, pronti a scritturare il ragazzo che alla fine scelse di farsi seguire proprio da Nick Huoseh, che da tecnico informatico-allenatore di calcio divenne agente di uno dei più promettenti calciatori del Canada. Così Davies firmò il suo primo contratto da professionista e a soli 15 anni divenne il più giovane marcatore dei campionati maggiori del Nord America, il primo a cui sia stato concesso il diritto di firma di un contratto da giocatore professionista a tutti gli effetti.
Il resto è storia nota. Le big d’Europa si accorgono di lui; Jorge Avial, il talent scout di James Rodriguez e Freddy Adu, lo vuole portare nel Vecchio Continente al Manchester United ma a muoversi per primo è il Bayern Monaco che, dopo aver speso circa 20 milioni di euro, si assicura le prestazioni del terzino fino al 2023. Qualche settimana fa, Davies (il giocatore della MLS più pagato della storia della lega calcistica nordamericana) corona il suo sogno, vincendo da titolare e da protagonista in campo il trofeo europeo più prestigioso, arrivando lì dove nessuna era mai arrivato prima, neanche il suo più illustre concittadino liberiano, Pallone d’Oro e oggi presidente della Liberia.