Venus Williams e la débâcle al World Team Tennis: un segno premonitore? Forse sì
Le difficoltà dell’ex numero 1 del 2002 non sono passate certo inosservate
Ci sono momenti talmente significativi nella carriera di ogni sportivo da non passare inosservati e Venus Williams, dopo la débâcle al World Team Tennis, probabilmente ha già capito a cosa ci stiamo riferendo. Basta un incontro, o più di uno, giocato non tanto sottotono, il che ci può anche stare, quanto con quell’appannamento non occasionale frutto dell’età che avanza, ed ecco sopraggiungere il segnale che annuncia che è l’ora di riporre la propria racchetta all’interno dell’armadietto dei ricordi. L’ex campionessa, le cui gesta sportive abbiamo ammirato per moltissimi anni, ha perso, e male, due match amichevoli, l’uno un incontro singolare con Sofia Kenin e l’altro un incontro di doppio insieme alla Rodionova contro Caroline Dolehide e Sofia Kenin, con due secchi 5 a 1. Avete capito bene: la prima tennista donna afroamericana ad aver raggiuntola 1a posizioneda quando esiste l’Open è stata a dir poco umiliata da colleghe rampanti e più giovani rispetto a lei. Purtroppo il tempo passa per tutti e le brutte prestazioni appena offerte dovrebbero far riflettere la diretta interessata che a nostro avviso dovrebbe pensare di lasciare definitivamente il suo sport preferito evitando di farsi ricordare per partite davvero mal disputate. Si dirà:”Ma in fondo sono stati duelli che non contano niente!”. Forse, ma Venus è già stata protagonista in negativo dopo l’eliminazione a Wimbledon da parte della 15enne Gauff, e stiamo parlando del 2019. Può bastare?
Dalle stalle alle stelle: chi è (stata) la Venere nera
Senza offesa per nessuno ma i 40 anni di Venus Williams si fanno sentire eccome: perdere per 5 a 1 due match consecutivamente, seppur amichevoli, durante il World Team Tennis ha una sua precisa valenza. Probabilmente non avete avuto il tempo di prendere visione di tali gare ma possiamo assicurarvi, visto che noi abbiamo avuto modo di visionarne almeno gli highlights, che l’ex numero 1 della classifica WTA nel 2002 e di doppio nel 2010 è ormai lontana parente di quell’atleta in grado di divorarsi letteralmente ogni avversaria. I colpi tecnici ci sono ancora, per carità, ma le gambe girano molto meno rispetto ad anni fa, e questo si vede eccome. E dire che ancora oggi abbiamo negli occhi le pazzesche imprese della californiana che in carriera ha all’attivo 7 vittorie su 16 finali nel circuito singolare del Grande Slam e non solo. La Venera nera e Dea del tennis contemporaneo, tra le altre cose, vanta anche 3 ori olimpici nel doppio femminile del 2000, 2008 e 2012 e un trionfonel Tour Finals sempre nel 2008. E potremmo così continuare a ricordare quanto forte è stata Venus la cui carriera recita così: 49 titoli WTA conquistati. È stata appunto: ora preferiremmo non vederla più annaspare come è successo a luglio. Speriamo di essere prossimamente smentiti ma non purtroppo non lo crediamo affatto.
Un’altra disfatta sportiva che ancora oggi non dimentichiamo
Il caso Venus Williams, giocatrice ormai sul viale del tramonto anche se pochi amanti del tennis hanno il coraggio di ammetterlo per davvero, non è l’unico da segnalare: prendete per esempio un mostro sacro come Federer, all’epoca 38enne, sconfitto lo scorso anno da Tsitsipas nel corso dell’ATP di Madrid. Alla fine di quell’incontro lo svizzero ha ammesso candidamente come la voglia di vincere c’era stata eccome ma era mancata la forza necessaria per superare l’ostacolo. Non essere riuscito a fare male con il dritto al giovane greco è stata un’indiretta ammissione di colpevolezza: Roger, già nel 2019, era in fase calante ma non ha mai voluto ammetterlo fino in fondo.Guardare in faccia la realtà è indispensabile per quei miti che hanno saputo utilizzare magistralmente racchetta e palline che ci hanno fatto innamorare del tennis. Venus Williams e Roger Federer, scusateci se potete ma quello che vi stiamo dicendo è per il vostro bene e anche un po’ per il nostro: vogliamo ricordarci per sempre di voi quando eravate in grado di fare la differenza e non adesso che il campo è divenuto così pesante da percorrere in lungo e in largo!